UNA SETTIMANA CON OBAMA|la vostra inviata al quartier generale di Obama negli ultimi gg di campagna

"io ho avuto una grande fortuna nella vita, ho sempre sentito quando la storia mi passava dinanzi. istinto. (...) ho capito che qui cambiava la storia, e io non potevo che farne il testimone. stavo per ritornare nell'himalaja, avevo già fatto le valigie. ma mi pareva ingiusto, mi pareva di abdicare al senso di tutta la mia vita, che è stato quello di farmi coinvolgere nelle grandi storie. e allora mi sono rimesso in viaggio."
      -T. Terzani-

Me ne stavo abbioccata sul divano col mac che mi bruciava di nuovo le ginocchia, quando queste sacrosante parole mi sono tornate alla mente e, ahimé, mi hanno condotta a questa piccola follia. 

Credo ci siano momenti di una tale portata storica che uno non può starseli a guardare in televisione. E allora ho messo da parte ogni altra cosa, lo studio, gli impegni, la pigrizia, la paura di volare e ho prenotato il mio biglietto per Chicago.
Perché comunque vada, cambierà il futuro di tutti noi. E quindi come cittadina del mondo, prima che americana, quell'atmosfera voglio respirarla a piena polmoni. Quella notte voglio viverla con questi occhi e sulla mia pelle.

Ho una cugina, là, che lavora alla campagna elettorale. Mi ospiterà per una settimana, dal 1 al 7 di novembre. Nei primi giorni le darò una mano al quartier generale di Obama, poi mi vivo la notte dei risultati, resto ancora un paio di giorni e torno a casa.

Di questa piccola avventura voglio lasciare una traccia qui. Per me, per gli amici che mi seguono da casa e per chi come me è curioso di sapere che aria tira, là, dove si gioca sul serio questa partita. Che per come girano le cose, purtroppo, ha come posta il destino di mezza umanità. Tenete i crocini, va.

vostra inviata nel delirio,
elly

giovedì 30 ottobre 2008

meno 2 giorni alla partenza

prima che qualcuno cominci a pensare che tirerò avanti questo blog parlando di dimensioni delle valigie, forse è il caso di darvi qualche informazione più interessante. oggi sono arrivata a casa, a lugano, dove rimarrò fino alla partenza (sabato ho l'aereo alle 7 da milano, il che vuol dire molto semplicemente che dovrà essere all'aeroporto alle 4, scalo di 8 ore a Parigi, faccio in tempo a imparare il francese, e poi il volo fino a chicago dove arriverò, se Dio vuole, verso le 16:40 locali - le vostre 22:40, direi). stamani per tenermi allenata per il viaggio sono riuscita a perdere due treni a bologna e una coincidenza da milano. ora un attimo di relax casalingo e le ultime commissioni prima del volo. ma vi posso giurare che se uno viaggia con trenitalia una volta alla settimana, un volo di 13 ore e uno scalo di 8 a confronto sono un dolcetto ai mirtilli. 

la campagna procede bene, anche se dall'europa è difficile farsene un'idea, visto che (per grazia divina) la nostra stampa è perlopiù focalizzata su Obama, quando non fa direttamente tifo da stadio per lui. aspetto di vedere se lì qualcuno si ricorda ancora la faccia di McCain. o forse, considerata la faccia, è stata una scelta strategica. ieri Barack ha fatto il botto con il superspot elettorale di mezz'ora, una trovata senza precedenti storici, e un incontro con Clinton in Florida. Dategli un occhio, al video. È fatto bene. E poi, sarà un problema mio, sarà che sono emotiva, sarà colpa del ciclo, ma quando lo sento parlare c'ho sempre le lacrime agli occhi.

vostra inviata nel discreto fascino dell'attesa,
elly



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